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Oggetto del mese

Fanciulla di Castelmassa, 1937/38

di Raimund Mureda nella vetrina della Cësa di Ladins / collegamento La Curta

Raimund Mureda (1908-1985) visse per buona parte del XX secolo e attra- versò momenti della cultura e dell’arte italiane non sempre facili e sereni. Sollecitato da diverse esperienze e dal fervore che animava la ricerca artistica dei suoi tempi, sperimentò direzioni molteplici: fu disegnatore, scultore, insegnante e direttore. La sua vita trascorse tra la Val Gardena, Monza, Firenze e Monaco di Baviera.
Nacque a Ortisei nel 1908, dove fre- quentò la Scuola d’Arte (1922-1928). Fu molto significativa, per la sua for- mazione, la presenza come direttore della scuola di Guido Balsamo Stella, poiché fu proprio seguendo il suo suggerimento che si trasferì all’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche,
a Monza. Negli anni 1929-30 conobbe Arturo Martini e assisté alle sue impor- tanti lezioni. Proseguì gli studi a Firenze e conseguì il diploma di abilitazione all’insegnamento delle materie arti- stiche. Contemporaneamente ottenne riconoscimenti e premi in varie mostre. Iniziò la docenza prima a Bressanone, poi a Castelmassa (RO) e, infine, a Ortisei (1938-1957). Tra il 1942 e il 1945 risiedette in Germania e frequentò l’Accademia di Monaco di Baviera. Tor- nato in Val Gardena, riprese l’attività di insegnante e, in seguito, di direttore (1957-1976), ed è proprio in questo ruolo che fu decisivo il suo contributo all’affermazione di idee nuove per lo sviluppo moderno dell’arte gardenese.
La Fanciulla di Castelmassa fu realiz- zata durante la permanenza in questo paese.
Le sue opere hanno per tema la vita comune e lo scultore è portato a rendere l’animo popolare della gente semplice nei momenti di vitalità intensa, come in questa fanciulla, garbatamente destata dalla curiosità verso qualcosa che ha attirato la sua attenzione. Ritrattista di grande valore, Mureda riuscì a penetrare con acutezza la psicologia della bambina rappresentata, della quale interpretò, con l’inclinazione del capo, la sua immediata spontaneità, mentre l’espressione del volto, aperta e distesa, possiede un valore emotivo che oscilla tra il desiderio e la malin- conia. La figura seduta è compatta nei volumi e bagnata dalla luce riflessa sulla terracotta levigata. Anche dopo il passaggio della cottura, l’opera mantiene una luminosità diffusa, rit- mata da inediti effetti di lievi ombre. Il risultato, infatti, è una plastica viva e ben tornita, che concilia una virtuo- sistica naturalezza con un modellato saldo e vibrante. In questo modo,
Mureda affermò la possibilità dell’opera d’arte di fissare con assoluta verità un momento qualsiasi della realtà e della vita, indipendentemente dalla sua importanza.
L’opera è stata donate dall’artista al Museum Gherdëina, di cui fu co-fondatore.

Testo: Danila Serafini
 
 
Fanciulla di Castelmassa di Raimund Mureda (© Foto: Museum Gherdëina.)
Fanciulla di Castelmassa di Raimund Mureda (© Foto: Museum Gherdëina.)